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Relazione Annuale IVASS: I cambiamenti sono in atto, ma persistono zone d’ombra

26 Giugno 2014

Le considerazioni del presidente dell’Istituto, Salvatore Rossi: alle imprese assicurative si chiede ora di giocare “una partita più attiva” nel sostegno all’economia. Prosegue l’azione di vigilanza sulle polizze connesse ai mutui e sulle imprese in libera prestazione di servizi esterovestite “ma spesso riconducibili ad intermediari italiani”

 

La transizione dall’ISVAP all’IVASS può dirsi compiuta. L’IVASS opera a pieno regime con una struttura di governo del tutto nuova, con una organizzazione e metodi di lavoro largamente rinnovati. Il cambiamento tuttavia non si arresta e oggi l’Istituto è chiamato ad affrontare tre banchi di prova: l’azione di vigilanza, dalle regole alla supervisione; la vexata quaestio della RC auto; infine, l’Istituto stesso e la sua organizzazione”.

E’ stata questa l’apertura delle considerazioni finali sul rapporto annuale 2013 IVASS da parte del presidente dell’Istituto, Salvatore Rossi. Lo scenario macro nel quale si iscrive l’azione dell’Istituto presenta aspetti positivi: nel 2013 il mercato assicurativo italiano si è comportato meglio della media europea: +13% per la raccolta (contro l’1% circa a livello continentale) a fronte di una flessione del 5% riscontrata nell’anno precedente. Gli utili dell’industria assicurativa italiana hanno superato i 5 miliardi di Euro, ottenendo un risultato in linea con il 2012 (nel biennio precedente la perdita cumulata era stata di oltre 4 miliardi). Gli andamenti risultano però differenziati secondo i rami. Nel ramo vita, le “gestioni separate” (caratterizzate da una maggiore stabilità dei rendimenti) si sono riprese dopo un biennio assai negativo. La raccolta premi su polizze previdenziali (PIP) è cresciuta ancora (+33%). Il comparto RC auto ha invece fatto segnare una contrazione record (-8%) da collegarsi al perdurare della crisi economica in atto.

L’industria assicurativa – ha detto Rossi –, nell’assolvere il suo compito tradizionale di trasferimento e gestione dei rischi, si trova a occupare un posto importante nel sistema di allocazione delle risorse finanziarie. Le compagnie assicurative europee hanno investimenti in essere per circa 8.000 miliardi di euro, quelle italiane per 560 miliardi. Gli investimenti delle assicurazioni italiane sono impegnati in titoli di Stato per 270 miliardi, in obbligazioni emesse da imprese per 90 miliardi. Agli investitori istituzionali, in particolare alle assicurazioni, si chiede ora da molte parti di giocare una partita più attiva”. Al centro delle preoccupazioni del presidente IVASS c’è soprattutto quella molteplicità di PMI che sarebbe in grado di sopravvivere alla crisi se solo ricevesse un flusso sufficiente di risorse finanziarie, “risorse che le banche non sono a volte in grado di offrire perché gravate dal peso dei crediti deteriorati pregressi”.

L’IVASS, tenendo conto dei vincoli derivanti dalla necessità di perseguire l’obiettivo della stabilità e dalla evoluzione della disciplina assicurativa nella direzione di Solvency II, è intervenuta per estendere le possibilità di finanziamento dell’economia da parte delle compagnie. Rossi constata come l’atteggiamento delle compagnie in materia di investimenti non tradizionali dei loro attivi sia stato finora, in generale, molto cauto: gli ampliamenti dei limiti introdotti a gennaio sono stati poco utilizzati. “Le assicurazioni hanno l’opportunità di contribuire, con i necessari presidi di stabilità, a far evolvere la struttura finanziaria del Paese verso un assetto più adatto ai tempi che viviamo”.

Cambia la vigilanza assicurativa

Con l’adozione della direttiva Omnibus II è iniziato il passaggio a Solvency II, che entrerà pienamente in vigore il 1 gennaio 2016. Con Solvency II, ricorda il presidente IVASS, aumenterà l’efficacia della vigilanza: “Saranno disponibili indicatori del rischio implicito in ogni voce dell’attivo e del passivo dell’impresa e standard di governance più robusti. I profili di rischio saranno più trasparenti. Dobbiamo tutti, imprese e supervisori, rendere più spedita la nostra preparazione al nuovo regime”. In vista della scadenza del gennaio 2016 l’IVASS sta chiedendo alle imprese assicurative, con la guida dell’autorità di vigilanza europea sul settore (EIOPA), modifiche agli assetti di governo societario, adempimenti in materia di valutazione prospettica dei rischi, di pianificazione del capitale e di reporting.

Nel 2013, sempre in tema di vigilanza, è molto progredito lo sforzo compiuto dall’Istituto “per adeguare i metodi e le procedure alla esigenza, riconosciuta dalla legge istitutiva, di armonizzarli con quelli della vigilanza bancaria e finanziaria”. L’IVASS si è dotato di una “Guida all’attività di vigilanza” ispirata al principio di armonizzazione. Sempre su questa linea sono stati adottati nuovi criteri per le ispezioni: Dall’avvio dell’operatività IVASS sono state portate a termine 26 ispezioni – di cui 9 presso grandi imprese – e altre quattro sono attualmente in corso.

Una importante fonte di orientamento della vigilanza dell’Istituto continua ad essere rappresentata dai reclami dei consumatori. Nel 2013 sono stati circa 27.000, in flessione del 15 per cento sull’anno prima. I tempi di chiusura delle istruttorie sono stati ridotti da 120 a 90 giorni al massimo. Il Contact Center, attivo da due anni, ha ricevuto 100.000 chiamate; nel 6 per cento dei casi si è trattato di veri e propri reclami nei confronti di imprese che nelle circostanze più gravi hanno dato luogo ad ispezioni. Le polizze legate ai mutui (PPI, Payment Protection Insurance) sono state fonte di numerosi esposti, a seguito dei quali sono emerse carenze di trasparenza e correttezza. L’IVASS ha inviato una lettera di richiamo al mercato ed una seconda comunicazione dello stesso tenore sta per essere spedita per meglio precisare gli interventi correttivi richiesti. L’Istituto ha inoltre condotto una azione di vigilanza, anche ispettiva, sulla distribuzione in Italia in regime di Lps (Libera prestazione di servizi) di polizze da parte di imprese assicurative estere. Come sottolinea il presidente Rossi, un’area critica “è quella delle imprese formalmente stabilite all’estero ma spesso riconducibili a soggetti italiani, che collocano polizze attraverso intermediari locali. E’ un mondo a volte oscuro, di disordine amministrativo e contabile, nei confronti del quale l’IVASS non avrà alcuna tolleranza”.

Cambia il mercato “RC auto” (anche con il contributo dell’IVASS)

Nell’analizzare l’andamento delle principali variabili negli ultimi anni il mercato Rc auto appare caratterizzato da:

  1. Una forte caduta della frequenza dei sinistri (meno 30% nell’ultimo quadriennio periodo 2007-2013,);
  2. Da un aumento del costo medio totale di ciascun sinistro (da 3.900 a 4.700 euro nello stesso periodo, soprattutto per effetto dei maggiori accantonamenti che le compagnie hanno effettuato a fronte dei sinistri denunciati e non ancora liquidati;
  3. Dal contenimento degli esborsi da parte delle imprese imputabile, da un lato agli effetti del Decreto Concorrenza (il livello medio dei punti di invalidità permanente liquidati per i colpi di frusta è sceso del 20%), dall’altro al sistema CARD di risarcimento diretto che, nonostante le sue inefficienze (l’Istituto ha messo in pubblica consultazione un provvedimento di revisione della procedura), ha permesso di contenere al 9% l’aumento degli importi pagati per i sinistri liquidati con questo sistema a fronte del 70% per tutti gli altri.

L’effetto combinato è stato una diminuzione del premio puro teorico (il costo medio totale dei sinistri per il numero degli stessi) del 16% nel periodo 2009-2013. Tuttavia, come osserva il presidente Rossi, il premio medio effettivo pagato dal consumatore è aumentato nello stesso periodo del 6%. Nell’ultimo biennio sono risultati entrambi in flessione, nel primo caso dell’11%, nel secondo del 4%. Sembra però esservi “una difficoltà di trasmissione delle positive dinamiche di mercato sui prezzi delle polizze”. Il problema degli alti prezzi delle polizze Rc auto, dopo tanti anni, si è attenuato ma non è risolto. L’IVASS auspica quindi “una nuova iniziativa legislativa” che lo affronti in tutti i suoi aspetti, come si era cercato di fare lo scorso anno. L’Istituto nel frattempo ha portato avanti il lavoro tecnico realizzabile di sua iniziativa, in modo da facilitare il compito di chi voglia rilanciare l’iniziativa politica riformatrice. Lo sforzo è stato concentrato in particolare nel tentativo di risolvere il deficit informativo che connota i prezzi effettivi che si formano sul mercato e le frodi perpetrate ai danni delle compagnie. A questo fine l’IVASS ha messo a punto una indagine trimestrale campionaria sui premi effettivi Rc auto (IPER) ed è in dirittura d’arrivo il progetto per la creazione di una banca dati antifrode (AIA). “Se si riesce ad abbattere l’asimmetria informativa tra assicuratori ed assicurati in materia di frodi, che innalza il prezzo medio sul mercato incoraggiando ipso facto comportamenti impropri – ha affermato Rossi –, il secondo passo sarà accertarsi che i conseguenti risparmi di costo siano tramutati dalle compagnie in riduzioni dei prezzi effettivi per il consumatore”.

L’IPER, sottolinea nuovamente il presidente IVASS, è una iniziativa “unica nel suo genere in Europa”: una indagine campionaria trimestrale, con finalità statistiche, realizzata grazie alla collaborazione di tutte le compagnie e dell’ANIA, ma progettata, organizzata e gestita dall’IVASS. Dai dati al primo trimestre dell’anno emerge che:

  1. La media semplice dei premi è di 500 euro, la mediana di 450; solo il 5% degli assicurati paga un premio paragonabile a quello medio europeo di 250 euro;
  2. Nel primo trimestre di quest’anno il prezzo effettivo medio e quello mediano sono scesi rispettivamente del 3,8% e del 3,4% rispetto al quarto trimestre 2013;
  3. Il prezzo sale, in media di oltre 100 euro, se l’assicurato vive in una grande città;
  4. Il prezzo scende con l’età;
  5. Chi in passato ha avuto incidenti può arrivare a pagare il triplo di chi non ne ha avuti;
  6. Il prezzo sale con il grado di concentrazione del mercato, che varia da provincia a provincia (a Caserta, per fare un esempio, la concentrazione è più che tripla rispetto a Teramo).

A livello aggregato i primi cinque gruppi detengono il 70% del mercato. Come nota il presidente Rossi nelle sue considerazioni, nel settore del credito le prime cinque banche detengono invece meno della metà della raccolta complessiva. La lotta alle frodi, così diffuse nel mercato Rc auto, rimane il principale presupposto di una stabile riduzione dei prezzi. Il progetto AIA ha interconnesso finora cinque banche dati (Motorizzazione civile, PRA, Consap,ANIA e IVASS) e sta proseguendo il suo cammino. Entro l’anno saranno interconnessi altri archivi rilevanti ed entro il 2015 l’opera sarà compiuta. L’obiettivo è ricavare un numero per ogni sinistro denunciato che esprima la probabilità di frode. Una valutazione basata sulla storia pregressa del veicolo e di tutti i soggetti coinvolti: proprietario, conducente, danneggiati, testimoni, periti, avvocati, medici.

Cambia l’IVASS

Infine, il terzo banco di prova del cambiamento IVASS è rappresentato dall’Istituto stesso “La discontinuità principale è alle spalle”, afferma Rossi, ed è coincisa con la nascita dell’Istituto. In questi primi diciotto mesi di attività,  la governance dell’IVASS – che fa perno sul Direttorio Integrato e sul Consiglio – ha ben funzionato. La legge istitutiva ha fissato varie limitazioni alla gestione dell’Istituto: “una compagine non eccedente quella trasferita dal cessato ISVAP; un trattamento giuridico, economico e previdenziale del personale che non deve implicare oneri di bilancio aggiuntivi rispetto a quelli a suo tempo presenti nell’ISVAP; l’impegno a ottimizzare le risorse e a ridurre le spese di funzionamento e quelle per le collaborazioni esterne”.

L’Istituto conta oggi 349 persone contro le 355 al momento della cessazione dell’ISVAP. Le persone provenienti dalla Banca d’Italia sono 9 tra cui il Segretario Generale, tre capi di Servizio. Nel 2013 è stato ottenuto un risparmio netto di 1,3 milioni, che sale a 2,7 milioni considerando anche la necessità di far fronte ad impegni non previsti come quelli connessi alla riforma CARD e all’archivio AIA. L’Istituto sta facendo la sua spending review, conseguendo i risparmi maggiori “dalla nuova disciplina dei rimborsi spese; non rinnovando i contratti di lavoro a tempo determinato e i rapporti di collaborazione esterna ereditati; attraverso i guadagni di efficienza consentiti dal nuovo modello organizzativo”.

FONTE INTERMEDIA CHANNEL