GaGi_Giugno2023

giugno 2023 24 Nel primo appuntamento sul Welfare Aziendale (WA) abbiamo evidenziato l’importanza dell’esistenza di un rapporto di lavoro dipendente o assimilato e della consistenza delle categorie omogenee di dipendenti. Ci concentriamo ora sulla redazione del regolamento aziendale che è la fonte istitutiva più diffusa e necessaria quando non si ha presenza di RSU in azienda. È un atto unilaterale e non tiene conto della “voce” dei lavoratori. Per questo motivo, è fondamentale l’ascolto delle loro esigenze. Quanto più sapremo rilevare le esigenze dei dipendenti, tanto più troveremo soluzioni utili al miglioramento del clima aziendale. WELFARE AZIENDALE Pillole di Welfare: il regolamento aziendale di Alberto Tartaglione Il ramo più sentito è certamente quello della tutela sanitaria, non solo perché il rapporto costi/garanzie è molto più interessante rispetto a una soluzione individuale, ma anche perché, se si rispettano i criteri di omogeneità di categoria, si potranno offrire soluzioni che non prevedono esclusioni delle patologie pregresse. Le categorie omogenee non sono obbligatoriamente quelle tradizionali dettate dal contratto di lavoro, ma si devono tuttavia individuare sulla base di criteri generali e non discriminatori, oggettivi e non soggettivi. Una categoria rappresentata in maniera non corretta espone l’azienda al rischio di far tornare i premi versati nella retribuzione ordinaria, e questo significherebbe il pagamento di contributi, sanzioni e interessi per l’azienda e per tutti i lavoratori- secondo le competenze- e per tutto il periodo contestato. Il Welfare, inteso nella sua accezione più ampia, comprende le coperture in- “ Le categorie omogenee si devono individuare sulla base di criteri generali e oggettivi ”

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