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Solo il 20% delle famiglie si è protetto dai rischi

5 Giugno 2017

Solo due famiglie italiane su dieci hanno una polizza danni (escluso l’Rc auto obbligatoria). Più nel dettaglio l’11,2% ha acquistato almeno una polizza per mezzi di trasporto, il 17,1% almeno una polizza per la casa, il 5,3% per la famiglia.

Il dato emerge da un’analisi dell’Ania basata sull’elaborazione delle risposte alla sezione del questionario dedicata alle forme assicurative contenuta nell’indagine della Banca d’Italia sui Bilanci delle famiglie italiane.

Un approfondimento che viene condotto con cadenza biennale e che alimenta un database contenente, tra le altre cose, informazioni sulle coperture assicurative in possesso delle famiglie italiane. A partire dall’edizione 2014 dell’indagine, Ania ha deciso di estendere le elaborazioni finora condotte, introducendo un’analisi più dettagliata della diffusione delle polizze danni non auto. L’indagine relativa al 2014 (l’ultima per cui sono disponibili i dati) ha riguardato 8.156 famiglie e 19.366 individui.

I risultati

La copertura danni risulta distribuita maggiormente tra i capofamiglia di età compresa tra i 35 e i 54 anni e con una prevalenza per gli acquisti di polizze per la casa.

Per quanto riguarda il titolo di studio, le polizze risultano invece distribuite in modo direttamente proporzionale al grado di istruzione. In termini di variabili legate alla professione del capofamiglia, il ricorso alle polizze danni risulta maggiormente diffuso per lavoratori autonomi, seguito di lavoratori dipendenti e da lavoratori in condizione non professionale.

Anche il legame tra possesso di polizze danni e quintile di reddito di appartenenza risulta crescente al crescere del reddito. I risultati dell’indagine (salvo omissioni degli intervistati sulla reale situazione finanziaria e reddituale) mostrano inoltre, all’aumentare del reddito, una maggior propensione all’acquisto di polizze per la casa.

Quanto alla collocazione geografica, le polizze danni non auto sono più diffuse nei piccoli comuni (fino a 20mila abitanti) e al Nord (34,8%), seguito dall’Italia centrale (14,1%) e dal Sud e Isole fanalini di coda dove solo il 2,5% delle famiglie si assicura.

I dati emersi dall’analisi descrivono comunque una realtà che negli ultimi due anni si leggermente modificata. È probabile che il gap di protezione si sia nel frattempo un po’ ridotto tenuto conto che, per esempio, nel 2016 il ramo danni (esclusa l’Rc auto ) è cresciuto del 2%, con buone performance in particolare delle polizze malattia (+8,3%) e assistenza (+6,2%).

Tra le reti distributive, come emerge dal recente report Ania, si sono distinte le banche con una raccolta premi in crescita nel ramo “danni non auto” del 20% e una quota di mercato passata dal 7,2% del 2015 all’8,4% del 2016.

 

Lo spaccato descritto da questa analisi conferma comunque come ad acquistare polizze siano tutto sommato coloro che avendo già un’elevata disponibilità potrebbero essere meno incentivati a coprirsi. Viceversa le fasce di popolazione più a rischio, sono anche le meno coperte, anche per una questione di budget.

Bisognerà poi fare i conti con le novità del settore, giudicate negative da quasi tutti (Authority, Ania, compagnie e consumatori) riguardanti il divieto di tacito rinnovo, prima previsto solo per le polizze Rc Auto e ora esteso a tutte le polizze Danni (almeno così parrebbe da quanto scritto nel Ddl Concorrenza in fase di approvazione). Un provvedimento che potrebbe andare a danno proprio dei consumatori che potrebbero vedersi aumentare di anno in anno i premi o addirittura non rinnovata la copertura a fronte di elevata sinistrosità.

 

Fonte PLUS 24