Secondo il rapporto di McKinsey appena uscito, l’insurtech è il modello che spinge le società tradizionali a cercare collaborazioni con le startup per risparmiare e offrire servizi. E poi si esplorano nuovi campi di azione. Sempre più spesso le compagnie assicurative tradizionali si stanno muovendo su questo fronte per innovarsi ed essere competitive. Da una parte avanzano sul terreno digitale, investendo in tecnologia utile a servire meglio i clienti. Dall’altra, mirano a offrire servizi diversi dalla semplice Rc auto.
Man mano che le tecnologie evolvono – si legge nel rapporto di McKinsey The insurance switch’, Technology will reshape operations, appena diffuso,- le aziende potrebbero finire «per automatizzare dal 50 al 60 percento delle operazioni di back-office tradizionali». Per farlo, è necessario rimodellarsi formando team nei quali fanno capolino figure prime estranee come gli ingegneri dei dati, gli esperti di analisi aziendale, di progettazione e gestione di processi automatizzati.
SFORZI SIGNIFICATIVI Cambiare richiede sforzi rilevanti. Significa dare assistenze personalizzate, rapide, più coinvolgenti, intuitive attraverso i canali digitali. Ma il risultato, spiegano da McKinsey, è un calo significativo dei costi e del cosiddetto time to market. Chi non riesce a farlo rischia invece di perdere quote di mercato. Dal 2012 al 2017, cosa, la quota media dei costi operativi spesi nell’IT è aumentata di quattro punti percentuali nel ramo danni (cose e persone) e di tre punti percentuali in quello vita. I soldi vanno in applicazioni software-as-a-service che offrono una grande flessibilità. Altre risorse vanno in automazione, digitale applicazioni che pub semplificare la raccolta di informazioni e la revisione dei documenti, consentendo ai clienti servirsi durante i processi di sottoscrizione, manutenzione e reclami. La tecnologia sta aiutando le aziende che passano al digitale a ridurre i loro rapporti di spesa di quasi i140 percento rispetto agli assicuratori tradizionali. E i progressi nell’intelligenza artificiale consentono agli operatori storici di automatizzare compiti sempre più complicati, incluso l’assistenza clienti.
GLI STRUMENTI Strumenti come le scatole nere (black box), per esempio, stanno pian piano rivoluzionando il settore dell’Rc auto in Italia. Le imprese *** di assicurazione le abbinano alle polizze di copertura auto, perché oltre ad avere un’azione antifurto, di geolocalizzazione del mezzo, oggi sono in grado di dare tutta una serie di informazioni utili a partire dalla velocità con cui si muoveva il mezzo, monitorare lo stile di guida degli automobilisti consentendo lo sviluppo di tecniche di tarifl’azione sempre più sofisticate basate sulle abitudini al volante degli assicurati che pagheranno meno se avranno comportamenti virtuosi. Con le black box si pub persino offrire assistenza in caso di collisione in modo più rapido ed efficace. Se tra il 2010-2012 l’incidenza dei contratti assicurativi legati a una scatola nera era al di sotto del 5 per cento, nel 2017 questa incidenza aveva sfiorato il 20 per cento e nel 2018 ha raggiunto quasi il 21 per cento, secondo i dati del rapporto Ania `L’assicurazione italiana 2018-2019′. Meno incidenti stradali comportano meno costi per le assicurazioni. Ania, la Confindustria degli assicuratori, spiega che nel 2018, i premi incassati dalle compagnie sono rimasti sostanzialmente stabili, pari a 13,25 miliardi, e l’indice che misura i sinistri rispetto ai premi incassati (il cosiddetto combined ratio), è invece salito nell’ultimo triennio arrivando a ridosso del limite oltre il quale le compagnie subirebbero una perdita. Dalla diffusione della tecnologia le compagnie hanno solo da guadagnare. I giovani guidatori che utilizzano la 60 PER CENTO Le operazioni di back-office che potrebbero essere automatizzate 40 PER CENTO II risparmio a cui puntano le assicurazioni che passano al digitale scatola nera sulle loro auto (in particolare quelli con età compresa tra 18 e 31 anni) hanno una frequenza sinistri più bassa di circa il 20 per cento. Le auto potenti dotate di uno strumento telematico dimostrano di avere una riduzione di sinistrosità di oltre il 16 per cento. Cosi le vetture più nuove dimostrano di avere una riduzione di sinistrosità di oltre il 12 per cento. I benefici maggiori in termini di riduzione di sinistrosità si riscontrano nelle aree ad alto rischio (ad esempio Caserta, Catania e Napoli, dove si arriva al 20 per cento di differenza tra coloro che hanno una scatola nera e chi non la presenta).
Il rapporto European Motor Insurance Markets pubblicato da Insurance Europe a febbraio scorso, dice chiaramente che a livello generale gli incidenti lungo lo Stivale sono scesi. Ed equiparando la riduzione della frequenza dei sinistri denunciati a livello medio europeo (-17 per cento in dieci anni), con quella del nostro Paese, mostra che in Italia questa è avvenuta in misura quasi doppia (-26 per cento). Ma non è solo dalle scatole nere che arrivano i vantaggi. Mai come in quest’epoca le compagnie hanno a disposizione una quantità di dati cosi ampia. Per esempio, oggi possono consultare le banche dati della Motorizzazione Civile in tempo reale. Una convenzione con Ania consente di accedere alle informazioni relative alle patenti di guida, conoscere il saldo punti dell’assicurato, la provincia di residenza, la data di scadenza e la data di prima abilitazione dell’intestatario della patente durante il processo di preventivazione e assunzione delle polizze rc auto. Cosi è possibile accedere ai dati relativi allo stato di revisione di un veicolo. Dal 5 ottobre 2015 viene persino rilasciato dal Pra (Pubblico Registro Automobilistico, gestito dall’Aci) il certificato di proprietà in modalità digitale, sostituendo la precedente versione cartacea. Questo consente alle imprese di effettuare la consultazione di questo documento durante la fase di preventivazione, assunzione di polizze o di gestione dei sinistri.
INFORMAZIONI ONLINE Infine, le assicurazioni oggi possono ricevere online la segnalazione del ritrovamento dell’autoveicolo rubato aumentando l’efficienza del processo liquidativo, contenendo i costi di custodia e rientrando in possesso del veicolo in tempi brevi. Per ottenere la segnalazione del ritrovamento del veicolo rubato, ogni impresa alimenta una banca dati denominata “denunce furto” con tutte le informazioni e i dati relativi ai sinistri di furto totale denunciati. Tali dati vengono incrociati con le segnalazioni di ritrovamento provenienti dal Centro interforze del ministero dell’Interno e, in caso di abbinamento, ne viene data tempestiva informazione all’impresa assicuratrice.
FONTE AFFARI & FINANZA