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Tiro incrociato sulla riforma Rc auto

NewSintesi e Rassegna Stampa | 7 Gennaio 2014 | 0

Non si prospetta una conversione in legge facile per il pacchetto Rc auto contenuto nel decreto Destinazione Italia

 

Non si prospetta una conversione in legge facile per il pacchetto Rc auto contenuto nel decreto Destinazione Italia (articolo 8 del Dl 145/2013): le novità sono tante da scontentare ognuna delle categorie coinvolte, che stanno già sensibilizzando istituzioni e parlamentari per presentare emendamenti. Tra i punti più contestati, la scatola nera, il risarcimento in forma specifica, il divieto di cessione del credito e gli sconti per chi lascia a un medico di fiducia dell’assicurazione la stima del risarcimento per le eventuali lesioni riportate in un incidente.

Sulla scatola nera le contestazioni principali sono due e vengono entrambe dalle compagnie assicurative: la soglia minima (7%) dello sconto da concedere a chi accetta di farla montare e i costi di gestione del dispositivo. Lo sconto minimo contrasta col principio della libertà d’impresa, mentre sui costi di gestione (su cui già con la normativa precedente – Dl 1/2012 – le compagnie avevano espresso critiche) ora è sotto accusa la prevista gestione centralizzata di tutte le scatole nere presso il Cciss (il Centro di coordinamento per le informazioni sulla viabilità, lo stesso che trasmette i bollettini «Onda Verde»), anche per garantirne l’interoperabilità.

Su risarcimento in forma specifica e divieto di cessione del credito, invece, critiche molto aspre vengono dai carrozzieri. Il risarcimento in forma specifica, che per com’è formulato il Dl finirà con l’essere scelto dalla maggior parte degli assicurati, comporta da parte loro la rinuncia a scegliere dove far riparare il veicolo, in favore invece di un carrozziere convenzionato con la compagnia. La convenzione implica il riconoscimento di tariffe di manodopera basse e, spesso, la fornitura di pezzi da parte della compagnia. Diventa quindi lecito esprimere dubbi sulla qualità della riparazione, che però è un parametro difficilmente verificabile dal cliente, il quale quindi è esposto a sorprese anche quando si rivolge a un carrozziere di sua fiducia. Le organizzazioni degli artigiani, per superare questa obiezione, sono orientate a proporre forme di certificazione del loro operato.

Il divieto di cessione del credito, introdotto per evitare che sia il carrozziere a subentrare al danneggiato nelle “trattativa” con la compagnia, è criticato perché toglie all’artigiano e al suo cliente una facoltà concessa dal Codice civile.

Quanto alle visite sulle lesioni a persone, le organizzazioni di categoria dei medici legali sono contro il ricorso incentivato a sanitari di fiducia della compagnia, che naturalmente tenderanno a fare l’interesse di quest’ultima. Si obietta che finora l’intervento di molti medici ha gonfiato i costi dei risarcimenti, aumentando le frodi.

In tutti questi casi, il Dl mira proprio ad abbattere i costi. Ma spesso lo fa senza favorire controlli da parte di terzi, che potrebbero garantire l’equilibrio fra i diritti del danneggiato e i risparmi e combattere più efficacemente le frodi. Senza questi controlli, si rischia che i costi restino alti. Vanificando gli sconti imposti dal Dl, che si applicherebbero su tariffe ancora aumentate.

FONTE: IL SOLE 24 ORE

 

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