“TORNARE ALLA NORMALITÀ”
Il pensiero della settimana di Fulvio Galli
Cari Colleghi,
purtroppo le varie vicissitudini di questi ultimi mesi mi hanno distolto dal continuare nella mia saga del “Tieni a Mente” con cui vi ho intrattenuto nell’ultimo anno illustrandovi il mio pensiero su molti argomenti che accomunano la nostra vita lavorativa con quella di tutti i giorni attraverso gli eventi che la caratterizzano.
Questo lungo periodo di blocco ha messo a dura prova un po’ tutti e contestualmente ha scatenato una grande voglia di “RITORNO ALLA NORMALITÀ” ed è proprio a questo che voglio dedicare il pensiero di questa settimana.
La prima domanda che mi viene spontanea è questa: di quale normalità stiamo parlando? Perché è logico pensare che tutte le persone abbiano una propria idea di normalità, pensate solo alla differenza intragenerazionale tra chi, come me è nato negli anni 50/60 e quella di un ragazzo della generazione definita X (nati negli anni tra il 1965-79), oppure per i nativi digitali (nati dopo il 1990). E’ chiaro che l’obiettivo sia similare, tornare alla normalità, ma che i punti di partenza siano differenti, soprattutto sul fronte dell’utilizzo della tecnologia, e basta solo questo per chiedersi nuovamente cosa sia la “NORMALITÀ”.
In questi lunghi mesi attraverso le TV e i molti canali social ne abbiamo viste e sentite di tutti i colori, tanti fenomeni in tutti i campi, gente in piazza o per le strade in spregio alle disposizioni di blocco, personaggi appartenenti alle più svariate categorie fare a gara di presenzialismo o sfoggio di presunto sapere, mettendo in atto però comportamenti che hanno finito per fare “a cazzotti” con il rispetto dell’etica e delle responsabilità ignorando le conseguenze che potevano creare, per concentrarsi esclusivamente sull’unica cosa che per loro era davvero importante: “apparire”. Purtroppo, è proprio quando vengono a mancare questi elementi fondanti il corretto comportamento interpersonale che tutto si complica rendendo sempre più difficile dare un senso alla parola NORMALITÀ.
Nonostante ciò resto un ottimista, sempre più convinto che tutto il male non venga per nuocere e che certe situazioni possano davvero cambiare la vita delle persone, aprirle gli occhi.
Fino ad oggi pur passando attraverso mille difficoltà ho sempre cercato “di fare il mio dovere” non solo per un mio personale senso di giustizia ma anche perché è una delle cose che mi fanno stare bene aiutandomi a ristabilire proprio la normalità di cui abbiamo tutti bisogno.
Sono fermamente convinto che se parimenti tutti gli attori di questa lunga filiera coltivassero lo stesso mio pensiero mettendo in pratica questi piccoli ma importanti comportamenti tutti finiremmo per trarne un indubbio beneficio.
Vi saluto con una celebre frase del nostro presidente “È più facile star bene che far bene per stare meglio”. Proviamo a meditare su questo pensiero, potrebbe esserci d’aiuto per metterci in marcia verso la tanto ambita NORMALITÀ.
Buon lavoro!
Fulvio Galli
Segretario generale