UNAPASS ha presentato ricorso al TAR del Lazio impugnando quella parte del provvedimento Antitrust che ha reso vincolante gli impegni assunti da alcune imprese di togliere i riferimenti all’ANA 2003 dai mandati sancendo la fine di fatto della contrattazione collettiva.
UNAPASS ha presentato ricorso al TAR del Lazio impugnando quella parte del provvedimentoAntitrust che ha reso vincolante gli impegni assunti da alcune imprese di togliere i riferimenti all’ANA 2003 dai mandati sancendo la fine di fatto della contrattazione collettiva.
Ne parliamo con Massimo Congiu (nella foto) che, raggiunto al telefono ci spiega i motivi che hanno indotto l’associazione da lui presieduta a passare all’azione legale.
UNAPASS ha partecipato al procedimento promosso – ricordiamolo, da SNA – formulando le sue osservazioni con un documento presentato in audizione presso Antitrust, tuttavia le risultanze e gli impegni assunti dalle imprese e resi vincolanti dall’Autorità non vi hanno soddisfatto?
Molte delle osservazioni fatte sono state recepite solo parzialmente e gli impegni assunti dalle imprese, sicuramente formali, sono invece andati, in alcuni casi, oltre l’oggetto delle indagini fornendo un quadro di regolamentazione di istituti che non era previsto e che apre scenari prospettici sostanzialmente diversi e pericolosi per la tutela dei singoli.
Per esempio?
Alcune imprese hanno ritenuto di assumersi l’impegno di iniziare a trattare il tema delle liquidazioni e rivalse con i propri gruppi agenti e l’Antitrust ha ritenuto che questo fatto possa agevolare la concorrenza, limitando, se non eliminando del tutto, la contrattazione collettiva che, senza una regolamentazione nazionale su liquidazioni e rivalse, si vedrebbe svuotata dei suoi profili di tutela proprio all’indomani dell’ entrata in vigore delle Leggi Bersani. Appare curioso come, dal 2007 in poi si sia assistito ad un silenzio assordante nei confronti del problema liquidazioni e rivalse e poi, successivamente, a sette anni di distanza quando si inizia con gran fatica a riparlare di accordo ANA, con la volontà di affrontare un mondo il cui cambiamento si è consolidato, si finisca per delegittimare proprio ciò che fornirebbe garanzie agli agenti.
Quindi in ipotesi si profila un mondo senza Accordo nazionale?
L’Antitrust riterrebbe che gli accordi vadano stabiliti nell’ambito della contrattazione di II livello, perché così si vedrebbero limitati gli squilibri tra impresa (che in una contrattazione singola sarebbe soggetto prevalente – ndIMC) ed agente evitando le intese restrittive del mercato che un accordo nazionale potrebbe, sempre secondo l’Autorità, comportare. Ma è proprio nell’ambito del II livello (non a caso spesso definito “integrativo“) che probabilmente si possono migliorare limiti e regole a favore dell’agente, non certo stabilirne i principi e le tutele che addirittura il Legislatore ha preveduto.
Inoltre, non deve sfuggire che l’ANA è fonte costitutiva del Fpa, un mondo senza accordo finirebbe per significare anche un mondo senza fonti costitutive del Fondo Pensione Agenti, una conseguenza sostanziale e deleteria per tutta la categoria che rimarrebbe priva della previdenza complementare.
Come mai affrontate da soli questa iniziativa? Vi siete confrontati con SNA ed ANAPA?
Abbiamo rappresentato ad entrambe le altre associazioni di categoria la nostra intenzione, entrambe, per motivi diversi sono solidali con l’iniziativa ma hanno scelto di non partecipare; tra l’altro ANAPA non avendo partecipato alla fase formale delle osservazioni in pubblica consultazione, pur volendo, non avrebbe potuto procedere con il ricorso al TAR.
Unapass sola contro tutti?
No, da sola no, e contro tutti nemmeno. La nostra associazione si è sempre posta con rispetto di fronte alle Istituzioni e ritiene da sempre di poter fornire il proprio contributo al miglioramento del sistema ed alla fissazione di regole certe e condivise.
L’impegno profuso in quest’ iniziativa è orientato, come sempre, a fornire la propria opinione su come il Mercato debba essere regolamentato nel rispetto delle leggi e degli interessi di tutti gli operatori e del consumatore.
FONTE INTERMEDIA CHANNEL