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WORLD ECONOMIC FORUM: QUALI SONO I MAGGIORI RISCHI SU SCALA GLOBALE

17 Gennaio 2014

Il report Global Risks 2014 del World Economic Forum rileva nella disparità di reddito il maggiore rischio su scala globale del prossimo decennio. Tra gli altri rischi rilevanti sono stati indicati gli eventi meteorologici estremi, la disoccupazione e le crisi fiscali. Il rapporto analizza 31 rischi globali e comprende particolari approfondimenti riguardanti disoccupazione giovanile, disgregazione digitale

 

Secondo gli oltre 700 esperti internazionali – appartenenti, tra gli altri, a Marsh & McLennan,Swiss Re, Zurich Insurance Group, Oxford Martin School (University of Oxford), National University of Singapore e Wharton Risk Management and Decision Processes Center(University of Pennsylvania) – che hanno contribuito alla redazione del report Global Risks 2014 del World Economic Forum, pubblicato ieri, il cronico divario tra i redditi dei cittadini più ricchi e quelli più poveri è visto come il rischio che ha le maggiori probabilità di causare gravi danni a livello globale nel prossimo decennio.

Effettuando una proiezione a 10 anni, il report valuta 31 rischi di natura globale che hanno il potenziale di causare un significativo impatto negativo a livello sia di paesi che di settori produttivi. I rischi sono stati raggruppati in cinque categorie – economici, ambientali, geopolitici, sociali e tecnologici – e misurati in termini di probabilità e impatto potenziale.

Rischi globali più probabili: Dopo la disparità di reddito, gli esperti vedono negli eventi meteorologici estremi il rischio globale con le maggiori probabilità di causare una scossa sistemica su scala globale. Seguono disoccupazione e sottoccupazione, cambiamenti climatici ed attacchi informatici.

Rischi globali con il maggiore impatto potenziale: Le crisi fiscali si presentano come il rischio globale che gli esperti ritengono possa avere il maggiore impatto potenziale sui sistemi e paesi nel corso dei prossimi 10 anni. Questo rischio economico è seguito da due rischi ambientali – cambiamenti climatici e crisi idriche – quindi da disoccupazione e sottoccupazione; il quinto campanello d’allarme è rappresentato da un rischio tecnologico, il collasso delle infrastrutture informative.

Ogni rischio contenuto in questo rapporto ha il potenziale per colpire su scala globale; tuttavia, è la loro natura interconnessa che rende le loro implicazioni negative così pronunciate, aumentandone gli effetti” ha detto Jennifer Blanke, capo economista presso il World Economic Forum. “E’ di vitale importanza che i soggetti interessati lavorino insieme per affrontare ed adattarsi alla presenza di rischi globali nel mondo odierno“.

Oltre a misurare gravità, probabilità e impatto potenziale di questi 31 rischi globali, il report Global Risks 2014 include tre casi specifici di approfondimento: il crescente rischio di “cybergeddon” nel mondo online, la progressiva complessità del rischio geopolitico inserito nei cambiamenti globali verso una distribuzione multipolare di poteri e influenze e la disoccupazione/sottoccupazione giovanile.

Per quanto riguarda l’ultimo punto, in particolare, il report considera la doppia sfida che deve essere affrontata da chiunque raggiunga la maggiore età nel corrente decennio di ridotte opportunità di lavoro ed aumento del costo della formazione, considerandone l’impatto sulla stabilità politica e sociale, nonché sullo sviluppo economico. Con oltre il 50% dei giovani attualmente in cerca di occupazione in alcuni mercati sviluppati e l’aumento del lavoro sommerso nelle regioni in via di sviluppo (dove vive il 90% dei giovani di tutto il mondo), la relazione offre un’idea di come alcuni di questi rischi possano essere mitigati da misure di varia natura, tra cui quelle tecnologiche.

David Cole, Group Chief Risk Officer di Swiss Re, ha dichiarato: “Oggi molti giovani devono affrontare una battaglia in salita. A seguito della crisi finanziaria e della globalizzazione, le giovani generazioni nei mercati maturi si trovano davanti a sempre meno opportunità di lavoro e alla necessità di sostenere l’invecchiamento della popolazione. Nei mercati emergenti ci sono invece maggiori posti di lavoro a disposizione, ma la forza lavoro non possiede ancora le competenze allargate necessarie per soddisfare la domanda. E’ quindi vitale che ci sia un immediato confronto con i giovani, in modo da iniziare ad individuare soluzioni volte alla creazione di adeguati sistemi di istruzione, di mercati-lavoro funzionali, efficienti scambi di competenze e un futuro sostenibile dal quale tutti noi dipenderemo“.

Secondo il report, il massiccio affidamento ad Internet nello svolgimento di compiti essenziali e l’impetuosa espansione dei dispositivi che ad esso sono collegati, rendono nel 2014 più elevato che in passato il rischio di un fallimento sistemico capace di sconvolgere interi sistemi ed impattare anche a livello sociale. Le recenti rivelazioni sui programmi di sorveglianza di massa hanno ridotto la volontà della comunità internazionale di lavorare insieme per costruire modelli di governance adatti ad affrontare questo punto debole. Il tutto potrebbe tradursi in una balcanizzazione di Internet, o nel cosiddetto “cybergeddon“, un luogo nel quale gli hacker godono di schiacciante superiorità e disservizi ed azioni di disturbo su larga scala sono all’ordine del giorno.

La fiducia in Internet è in declino a causa dell’uso improprio di dati, della pirateria informatica e delle intrusioni nella privacy“, ha detto Axel P. Lehmann, Chief Risk Officer di Zurich Insurance Group. “La frammentazione di Internet è di per sè il modo sbagliato per risolvere questo problema, in quanto distruggerebbe i vantaggi che il Web offre a tutti noi. Piuttosto che costruire giardini recintati, è il momento di agire attraverso la creazione di standard di sicurezza e di riacquistare fiducia“.

Il mondo multipolare di oggi presenta quattro minacce principali, ognuna delle quali potrebbe impattare sulla stabilità globale nei prossimi cinque-dieci anni:

  • Instabilità nei principali mercati emergenti del mondo a causa della pressione sociale, politica o economica;
  • Attriti commerciali e politici tra i paesi: commercio ed investimenti verrebbero sempre più utilizzati come arma per il potere geopolitico, con un conseguente aumento delle criticità;
  • Proliferazione di conflitti di basso livello, causati dal cambiamento tecnologico e dalla riluttanza ad intervenire da parte delle grandi potenze; l’aggravamento di questi fattori potrebbe facilmente sconfinare in una guerra su vasta scala;
  • Lenta reattività alle sfide globali, dove il persistente stallo a livello istituzionale porta al fallimento nell’affrontare adeguatamente le sfide ambientali e di sviluppo che sono realmente temi di natura globale.

Un ambiente geopolitico fratturato minaccia di ostacolare il progresso in settori che sono fondamentali per lo sviluppo globale, come i servizi finanziari, la sanità e l’energia“, ha osservatoJohn Drzik, presidente Global Risk and Specialties di Marsh. “Il mondo ha bisogno di maggiore coordinamento a livello amministrativo globale per evitare che rischi sistemici a lenta combustione sfocino in crisi conclamate“.

FONTE INTERMEDIA CHANNEL